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A.A.A. Aviatori d'Italia, alla ricerca dei valorosi Aviatori (quasi) dimenticati

 a cura del Team Comunicazione della Presidenza Nazionale A.A.A. - Aviatori d’Italia


dalla Presidenza regionale A.A.A. - Aviatori d’Italia per la Puglia e Basilicata


La scoperta di una stele dedicata ad un eroe, silente e nascosta in un invisibile angolo di una viuzza del paese, scatenò nell’autore dell’articolo che proponiamo di seguito il desiderio di riportare all’attenzione degli altri quel sentimento che l’azione drammatica, che aveva caratterizzato il suo essere, smettesse di ispirare e di trasmettere quel valore, segno di grandezza e di esemplarità che scaturiva dal suo eroico gesto. L’autore spera con questo scritto, di contribuire a riaccendere questa sopita consapevolezza dell’eroico atto.

 

STORIE E CRONACHE DELL’AMATO “COCUZZOLO” (1)

Un imprevisto e tragico appuntamento


Nell’aprile del 2021 le Sezioni dell'Associazione Arma Aeronautica, sparse in Italia, furono invitate dalla Presidenza Nazionale a svolgere uno studio sui loro territori alla ricerca di valorosi Aviatori che nel corso delle guerre, nelle quali l’Aeronautica avesse fornito il suo importante contributo, fossero oggi solo dimenticati personaggi che popolano lapidi, stele e cippi (a volte ben nascosti!), dove si citano i loro eroici gesti. La ricerca ha dato i suoi frutti, molti eroi decorati e medagliati sono stati così riportati all’attenzione degli odierni cittadini, contribuendo con la loro conoscenza e l’approfondimento delle loro biografie a tramandare l’attaccamento alla nostra gloriosa Forza Armata.


La nostra Associazione si attivò subito con una attenta ricerca che ha riportato alla nostra attenzione la stele di una Medaglia di Bronzo al Valor Militare assegnata al Sergente Maggiore Pilota Silvestri Franco, nato nel nostro paese Vico del Gargano. Individuata la stele, figura a fianco, fu deciso di rimuoverla dall’angolo della casa natia, oggi abbandonata e disabitata, per poterla riposizionare in una postazione centrale e più frequentata dal pubblico. È stata poi svolta la dovuta ricerca delle informazioni sull’eroe che, purtroppo, abbiamo ottenuto solo dal suo Foglio Matricolare in quanto il nostro eroe aveva lasciato il nostro paese all’età di 6 anni per trasferirsi con tutta la famiglia a Roma.



Dal Foglio Matricolare, come vedremo, abbiamo raccolto molte informazioni che man mano ci hanno permesso di ricostruire la sua carriera e la sua vita. Si cita per esempio che inserito nella leva nel comune di Napoli si era arruolato in Aeronautica con la professione di Studente ed il diploma di Scuola Media inferiore. Altro particolare interessante quello di essere stato incorporato in anticipo nella Regia Aeronautica, perché in possesso di brevetto di Pilota Premilitare nell’agosto del 1936. Questo fa pensare che in quegli anni risiedesse a Napoli e che avesse frequentato una scuola di Pilotaggio premilitare. D’altronde i giovani vivevano allora un momento storico in cui l’aviazione si faceva notare stabilendo una incredibile sequenza di raid collettivi. La prima impresa è la Crociera del Mediterraneo Occidentale (26 maggio – 2 giugno 1928) realizzata da una formazione di 61 idrovolanti da Orbetello alla penisola iberica e ritorno. L’anno seguente, dal 5 al 19 giugno, è la volta del Mediterraneo Orientale: 35 idrovolanti toccano Taranto, Atene, Istanbul, Varna, Odessa, Costanza, rientrando infine ad Orbetello. Qui, nel 1930, hanno inizio i preparativi per la prima traversata dell’Atlantico in formazione, fino al Brasile. L’impresa è guidata da Balbo dal 17 dicembre 1930 al 15 gennaio 1931, giorno in cui i trasvolatori arrivano a Rio de Janeiro. Il successo ottenuto lancia il progetto analogo con cui celebrare il decennale della costituzione della Forza Armata: la trasvolata dell’Atlantico fino agli Stati Uniti. Il 1° luglio 1933 una formazione di 24 idrovolanti S.55X comandata da Balbo decolla da Orbetello per raggiungere New York diciotto giorni più tardi. È un successo incontenibile, nella patria dell’aviazione, una folla esultante attende i piloti italiani che sfilano trionfalmente per le strade di Broadway. Le crociere di massa, risultato di una preparazione seria e meticolosa, segnano il passaggio dal periodo pionieristico dell’aviazione a quello moderno, dove il volo cessa di essere espressione dell’iniziativa individuale per diventare il prodotto di un’accurata programmazione frutto di un lavoro di squadra. Nella corsa ai record – la Regia Aeronautica ne deteneva ben 33 degli 84 messi in palio dalla Federazione Aeronautica Internazionale – la giovane Forza Armata ha modo di mettere alla prova capacità e competenza prima in Etiopia e poi in Spagna, dove invia numerosi volontari che combattono sotto le insegne dell’Aviazione Legionaria.


Questo prologo è stato necessario per introdurre il personaggio di questa storia e raccontare al lettore il tragico destino che causò la sua morte. Parleremo di un fatale incontro tra un idrovolante Cant 501ed il Piroscafo Amsterdam. L’Idrovolante Cant 501 era pilotato dal Serg. Magg. Pilota Silvestri Franco che portava il mezzo a Napoli nei cantieri navali per opportune azioni di sua manutenzione, mentre il Piroscafo Amsterdam rientrava da uno dei suoi soliti viaggi Napoli-Tripoli e ritorno per il trasporto di materiale di vario genere necessario alle Truppe si stanza nella Tripolitania.


Per completezza del racconto riportiamo qui qualche notizia sui due mezzi di trasporto. L’Idrovolante Cant Zeta 501: Lo Z.501, realizzato principalmente in legno, presentava una configurazione a scafo centrale e galleggianti stabilizzatori, dotato di una sottile fusoliera collegata all'ala alta a semi sbalzo a parasole tramite un robusto montante centrale ed una serie di montanti e tiranti laterali. L'unico motore montato centralmente sull'ala era inserito in una lunga gondola estesa verso la parte posteriore per poter alloggiare una postazione difensiva ad abitacolo aperto dotata di una mitragliatrice Breda.SAFAT da 7,7 mm. I primi motori erano gli Isotta Fraschini Ass0 750. La fusoliera presentava una parte anteriore finestrata dotata, a seconda delle versioni, di una seconda postazione difensiva. la cabina di guida chiusa era collocata centralmente sulla parte superiore, in corrispondenza dell'ala, subito seguita da un altro abitacolo aperto dotato di mitragliatrice. La stessa terminava posteriormente in una coda caratterizzata dall'impennaggio cruciforme monoderiva e da piani orizzontali. Chiamato familiarmente "tritacarne" o "affettatrice" per la particolare posizione del motore che, sistemato su di un'incastellatura, posta superiormente alla postazione di pilotaggio, qualora collassasse mandava l'elica in rotazione sui piloti.


Il Piroscafo Amsterdam era una nave da carico di 8673 tsl, 4711 tsn e 14.500 tpl, lungo 150,58 metri, largo 19,99 e pescante 9,7-12,45, con velocità di 12 nodi. Di proprietà degli armatori Fratelli Rizzuto di Genova, iscritto con matricola 2157 al Compartimento Marittimo di Genova, nominativo di chiamata internazionale IBEC.


27 maggio 1921 - Varato come Amsterdam dai cantieri Lithgows Ltd. di Port Glasgow, Kingston Yard (numero di cantiere 741). Originariamente il nome della nave avrebbe dovuto essere Arnhem, ma è stato mutato in Amsterdam durante la costruzione. Novembre 1921 - Completato per la N. V. Koninklijke Nederlandsche Stoomboot Maatschappij (KNSM) di Amsterdam. Stazza lorda 8670 tsl, stazza netta 4709 tsn e portata lorda 14.352 tpl (per altra fonte 10.874 tsl, 6735 tsn e 16.330 tpl); porto di registrazione Amsterdam, nominativo di chiamata internazionale NDFL. Si tratta di una nave mista, che oltre a capienti stive per le merci (22.398 metri cubi di grano o 20.756 metri cubi di balle, in tutto 16.000 tonnellate di carico) dispone di sistemazioni per dodici passeggeri in cabina e 132 passeggeri ponte. L’equipaggio è di 48 uomini. All’epoca della sua costruzione, l’Amsterdam è la più grande nave da carico della Marina mercantile olandese: anche troppo grande, anzi, in rapporto alle necessità del mercato, così che lo spazio disponibile nelle sue stive è raramente sfruttato appieno, ragion per cui la KNSM non sarà mai molto soddisfatta, sul piano economico, da questa nave sovradimensionata, meno profittevole rispetto a bastimenti di dimensioni più ordinarie.


La cronistoria del volo del nostro eroe ci è chiaramente fornita dal suo Foglio Matricolare. Quella che mancava era il viaggio del Piroscafo Amsterdam che siamo riusciti a trovare nel dettaglio, ricorrendo ad un informatissimo Blog, presente sulla Rete e condotto in maniera eccellente con foto e percorsi a questo indirizzo e gestito minuziosamente dal Sig. Lorenzo Colombo. https://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/search?q=amsterdam


Qualche altra notizia sul nostro Eroe S.M. Pilota Silvestri Franco preso dal Foglio Matricolare.

Fu promosso al grado di Sergente Pilota il 29 agosto  e trasferito alla Scuola Centrale di Pilotaggio di Grottaglie. Il 6 giugno del 1937 fu trasferito al 34° Stormo B. T. di Catania e da qui alla 186° Squadriglia R. M. di Augusta. Promosso Sergente Maggiore il 25 Dicembre 1939. Mobilitato in territorio dichiarato in stato di guerra e zona di operazione 11 giugno 1940.


Nel riquadro del Foglio Matricolare dedicato a:

CAMPAGNE DI GUERRA, AZIONI DI MERITO, ENCOMI, FERITE, LESIONI, FRATTURE, MUTILAZIONI E INFERMITA’ DIPENDENTI DA CAUSA DI SERVIZIO

si ricava:

Ha partecipato in qualità di Pilota alla manifestazione navale svoltasi in onore del cancelliere del Reich nel giorno 5 maggio 1938 per la quale S.E. il Sottosegretario di Stato all’Aeronautica ha emanato il seguente ordine del giorno: Il Duce ha rivolto il suo elogio alle forze che hanno partecipato all’esercitazione navale sul golfo di Napoli ed ha trasmesso l’ammirazione del Furher e la lode del Sovrano. S. E. il Sottosegretario di Stato per la Marina ha voluto estendere il suo ambito elogio anche alle Squadriglie dello Stormo Idrovolanti che hanno perfettamente svolto il loro compito di collaborazione con la flotta. Nel trasmettere tale elogio aggiungo il mio encomio ed il mio compiacimento. (Disp. Min.le 114912 del 7-7-1938). Ha partecipato ad operazioni di guerra del Mediterraneo fino al 7/8/1941.

La morte è stata giudicata dipendente da causa di servizio di volo (Proc. verb. xxx in data 1-12-1941 Ist. Med. Leg. per la R. A. di Napoli). Decorato della Medaglia di Bronzo al V. M. (B. U. 1942 disp. 50 xxx).


Per quanto concerne l’ultimo volo del nostro eroe, possiamo ricavarne notizia sempre dal suo Foglio Matricolare che per l’incidente recita: giorno 7 agosto 1941 - data odierna ore 14 Cant Z 501 – matricola 35572 proveniente da Augusta per trasporto apparecchio diretto Napoli porto con seguente equipaggio: Serg. Magg. Silvestri Franco, Serg. Magg. Manritto Alfio 1° Av. Longo Filippo, Av. Sc. Mot. Repivi Antonio, in ammaraggio urtava contro albero nave Amsterdam precipitando mare/./ Serg. Magg. Pil. Silvestri Franco et Serg. Magg. Pilota Manritto Alfio entrambi deceduti/./ 1° Av. Arm. Longo Filippo et Av. Sc. Repivi Antonio entrambi feriti et ricoverati ospedale/./ Equipaggio non dico non abet fatto uso paracadute/./ Apparecchio distrutto/./ Ad eccezione albero nave non si lamentano danni at proprietà privata/./ Segue espresso con rapporto dettagliato/./ Col. Fulloni

Dai dati ricavati dal Sito

già presentato sopra, siamo in grado di riportare le tappe giornaliere fatte dal Piroscafo Amsterdam.

 

Partito da Napoli per trasportare materiali di vario genere necessari al Deutsches Afrikakorps (DAK), più semplicemente Afrikakorps, la grande unità dell'esercito tedesco, che venne approntata e inviata nel febbraio del 1941 in Libia, con lo scopo di sostenere le forze italiane messe a dura prova dall'8ª armata britannica sul fronte del Nordafrica. Dopo alcune traversie sotto riportate rientrerà nel porto di Napoli.

 

Ampliamo il numero delle giornate del viaggio della nave per enfatizzare il fatto che nonostante tutte le vicissitudini subite nel viaggio di andata e ritorno dal piroscafo tutto si svolse in maniera tale che il Cant Z 501 e la nave Amsterdam dovessero beffardamente e tragicamente incontrarsi nel porto di Napoli.


27 luglio 1941

Alle 13.45 (per altra fonte, all’alba) l’Amsterdam salpa da Napoli per Tripoli in convoglio con il piroscafo italiano Bainsizza, il piroscafo tedesco Spezia e la motonave Col di Lana, sotto la scorta dei cacciatorpediniere Freccia (caposcorta), Dardo e Strale (per una versione, anche del Turbine) e con la scorta indiretta (fino alle 19 del 28) degli incrociatori leggeri Raimondo Montecuccoli e Giuseppe Garibaldi e della XII Squadriglia Cacciatorpediniere (Granatiere e Bersagliere). Il convoglio trasporta rifornimenti per l’Afrika Korps.


28 luglio 1941

Alle 3.40 la scorta diretta viene rinforzata da un altro cacciatorpediniere, il Turbine.

Durante la notte il convoglio viene attaccato da aerei: dapprima dei ricognitori lo illuminano a giorno con il lancio di una quarantina di bengala, inducendo la scorta ad emettere cortine fumogene ed aprire il fuoco; poi sopraggiungono gli aerosiluranti, che s’insinuano tra i mercantili volando a bassissima quota, e gettando il convoglio nello scompiglio. Anche i mercantili aprono un fuoco indiavolato con le loro armi contraeree, ad alzo zero vista la bassissima quota degli attaccanti: non pochi proiettili finiscono anche sulle unità di scorta, fortunatamente senza fare danni. “Fra i bengala, i proiettili traccianti e il fumo, non ci si capisce più niente. Gli aerei lanciano siluri in tutti i sensi…”, scriverà in seguito un marinaio imbarcato sul Dardo. Nonostante tutto, nessuna nave subisce danni. Un ricognitore continua a pedinare il convoglio per mezz’ora dopo la conclusione dell’attacco, dopo di che si allontana a sua volta.


29 luglio 1941

Il convoglio giunge a Tripoli alle 19.15.

Un divertente (almeno a posteriori) episodio verificatosi durante lo sbarco di rifornimenti dall’Amsterdam è così narrato dal bergamasco Alessandro Ferrari, allora sottotenente comandante di un’autosezione (facente parte del 36° Autoreparto del 1° Autoraggruppamento d’Armata) trasferita in Africa Settentrionale: “Finalmente si parte. Fui incaricato di sovrintendere l’operazione di carico di tutti gli automezzi, che furono stivati sopra uno strato di tavole di legno appoggiate, a loro volta, sopra casse di munizioni per cannoni 105-149… Si parte – truppa ed ufficiali – sul famoso Vittoria, nave da crociera attrezzata al trasporto di truppe, gli automezzi ed i materiali sulla nave Amsterdam. Prima di Tripoli, nel golfo della Sirte, attacco di sommergibili, azione delle nostre vedette di scorta; tutto finisce per il meglio. Arrivo e sbarco al porto di Tripoli. Io fui ancora incaricato di sovrintendere allo scarico degli automezzi e dei materiali. Premetto che la nave Amsterdam era attraccata allo stesso molo dove un'altra nave era stata squarciata da un'esplosione di munizioni trasportate, ed era lì con la prua aperta in due come una vecchia ciabatta; monito... Infatti, durante le operazioni di scarico, osservai del fumo che proveniva dalla stiva adiacente. Diedi l'allarme al personale di bordo che dopo un sopralluogo fece suonare la sirena d'allarme e, al grido "si salvi chi può", iniziò una fuga generale ed io, una volta a terra (dal fondo della stiva) credo di essermi avvicinato al tempo record nazionale sui 100 metri piani per raggiungere uno spesso muro di cemento... Tutto finì per il meglio e fui additato come l'autore del fugone generale, causato, si seppe poi, dal gas di scarico di un autocarro messo in moto, sconsideratamente, nella stiva accanto”.


3 agosto 1941

Secondo il libro “KR 40-43” di Giulio Grilletta, l’Amsterdam sarebbe stato colpito ed incendiato in questa data durante un attacco aereo serale sul porto di Tripoli da parte di bombardieri britannici Bristol Blenheim.


4 agosto 1941

Amsterdam, Col di Lana ed i piroscafi Bainsizza e Maddalena Odero lasciano Tripoli per Napoli alle 8 (o 9.30), scortati dai cacciatorpediniere Freccia (caposcorta, capitano di fregata Giorgio Ghè), Strale, Turbine e Malocello e dalla torpediniera Pegaso. Il convoglio, denominato «Amsterdam», ha una velocità di 10 nodi.

 

5-6 agosto 1941

Nella notte sul 6 agosto, al largo di Pantelleria, il convoglio viene attaccato da aerei. Il caposcorta ordina l’emissione di nebbia artificiale, ma tale provvedimento si rivela inutile, perché rende più visibile la posizione del convoglio e perché per essere efficace «occorrerebbe fosse fatta dalle unità di scorta non zigzaganti ma poste in posizione molto ravvicinata ad una formazione compatta dei piroscafi che in pratica non si ottiene mai»; risulta inutile accostare verso i bengala, perché gli aerei ne lanciano su entrambi i lati del convoglio. Ad ogni modo, nessuna nave viene colpita.


7 agosto 1941

Il convoglio giunge a Napoli alle 2.30.

Meno di dodici ore più tardi, alle 14, un idrovolante CANT Z. 501 (numero di matricola 33572), proveniente da Augusta in missione di trasporto, urta un albero dell'Amsterdam in fase di ammaraggio e precipita in mare, con la morte di due membri del suo equipaggio (i sergenti maggiori piloti Franco Silvestri e Alfio Manritto) ed il ferimento degli altri due (primo Aviere armiere Filippo Longo ed Aviere scelto motorista Antonio Rapivi).

Ecco come due diverse sorgenti concludono il nostro racconto sull’inattesa morte del nostro sfortunato Eroe.


(1) Cocuzzolo - Così venne definito Monte Jacotenente, durante il Venticinquennale del Centro Radar di Jacotenente (1963 – 1988) dall’allora Cap. Losasso Antonio che pur da Interinale fu il 1° Comandante di Jacotenente,


Maresciallo Aiutante in congedo Giuseppe Chiucini


Ringraziamo il Primo Luogotenente (ca) Michele Candeloro (*), per aver condiviso la notizia con il Team Comunicazione della Presidenza Nazionale A.A.A. - Aviatori d’Italia


(*) Delegato per la Comunicazione della Presidenza regionale A.A.A. - Aviatori d’Italia - per la Puglia e Basilicata



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