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La Spada e lo Scudo nella Guerra Fredda, l’A.A.A. – Aviatori d’Italia e il ritorno della Base Tuono

Dopo la fine della 2ª Guerra Mondiale, il compito della Difesa Aerea passò all'Aeronautica Militare. L’Italia era uscita annichilita dalla fine del conflitto, con la quasi totalità degli aeroporti distrutta e con un’organizzazione logistica e delle telecomunicazioni da ricostruire, un’industria paralizzata e la maggior parte dei piloti dispersa.


Dopo la Liberazione, l’Aeronautica si trovò nuovamente ad avere a disposizione i reparti e dovette ricostituirsi organicamente su basi più confacenti al periodo di pace. Con la costituzione della prima aerobrigata I.T. nel 1959, ebbe inizio una nuova fase per l’A.M., quella missilistica. Durante la Guerra Fredda, l'Arma Azzurra assolse il compito del controllo dello spazio aereo italiano con dei centri di comando sotterranei, bunker protetti a prova di bomba atomica come Affi West Star del monte Moscal, il 1° ROC del monte Venda, la 5a ATAF nell’aeroporto Dal Molin di Vicenza, i vari Gruppi Radar, i Gruppi dotati dei missili Hawk e Nike Hercules (come il 66° Gruppo Intercettori) e gli stormi dotati dell'intercettore per eccellenza, il Lockheed F-104 Starfighter.


Nel volume La Spada e lo Scudo. La difesa aerea nella Guerra Fredda si analizza per la prima volta il funzionamento del complesso sistema della difesa aerea italiana, entrando nel dettaglio con fonti inedite documentarie e fotografiche che rendono comprensibile a tutti ciò che gli uomini con le stellette svolsero negli oltre 40 anni della Cortina di Ferro.


Lo scorso 29 agosto a Tonezza del Cimone, in provincia di Vicenza, è stato presentato il libro: l’autore dell’opera, lo storico militare vicentino Leonardo Malatesta, ha offerto una visione complessiva del tema. Presenti all’iniziativa Calisto Bussandri, Consigliere Nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia intervenuto in rappresentanza del Presidente Nazionale, il Presidente della Sezione A.A.A. di Casalmaggiore Giorgio Lena, il Sindaco di Tonezza del Cimone Franco Bertagnoli e il vicedirettore de “Il Giornale di Vicenza”.


Proprio a Tonezza del Cimone era situata l’Area Logistica di Base Tuono di Passo Coe nel Comune di Folgaria in Trentino, a poche centinaia di metri dal confine con la regione Veneto. Un tempo base missilistica dell'Aeronautica Militare italiana attiva tra il 1966 e il 1977, era inserita nel sistema di comando-controllo NATO per la difesa aerea del Sud-Europa, area operativa del 66° Gruppo Intercettori Teleguidati (I.T.) Monte Toraro dipendente dal 7º Gruppo I.T. che aveva la sede sull'aeroporto di Vicenza, a sua volta inquadrato nella 1ª Aerobrigata intercettori teleguidati di Padova. La sua Area Lancio, situata a Malga Zonta – Passo Coe, era costituita da tre sezioni di lancio missili Nike-Hercules a testata convenzionale, mentre l’Area Controllo (radar e carri comando) si trovava sulla sommità del Monte Toraro.


E di Tonezza del Cimone e della base “di montagna” Tuono torneremo a sentire parlare ancora a breve, perché Leonardo Malatesta e il Presidente A.A.A. – Aviatori d’Italia di Casalmaggiore sono i motori di un’iniziativa che prevede la realizzazione, nel comune vicentino, di un museo riguardante il periodo nel quale era una base operativa dotata di missili, pare addirittura con una ricostruzione vera e propria della Base Tuono. Giorgio Lena e l’autore de “La Spada e lo Scudo” hanno già avuto contatti con l’Aeronautica Militare: il Presidente Nazionale dell’A.A.A. – Aviatori d’Italia, gen. S.A. Giulio Mainini, si impegnerà a sostenerli per riuscire a completare l’allestimento del museo in tempo per il centenario dell’Arma Azzurra del 2023.




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