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Raduno A.A.A. Alghero: 79 anni dopo i bombardamenti, il presente e futuro aeronautico della Sardegna

Il 20 maggio, presso il Cinema Miramare di Alghero, in occasione del XX Raduno Nazionale dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia, si è svolto il convegno “Ricordo del bombardamento del 17 maggio 1943 e la vocazione aeronautica della Sardegna”, organizzato dal Centro Studi Militari Aeronautici “Giulio Douhet” (CESMA) dell’A.A.A., per il 79° anniversario del bombardamento della città di Alghero e del suo Aeroporto Militare, avvenuto il 17 maggio 1943 in piena Seconda Guerra Mondiale. Un modo per commemorare le tragedie del passato, ma anche per rivendicare gli orgogli del presente e le sfide per il futuro. Come sottolineato dal Presidente Nazionale A.A.A., Generale S.A. (c) Giulio Mainini, rivolgendosi anche ai molti giovani in sala, si è trattato di un seminario utile anche per evidenziare il legame tra l’Aeronautica Militare, la Sardegna e le sue industrie. Il tutto, ha aggiunto, può rappresentare un’utile opportunità per coloro che devono inserirsi nel mondo del lavoro: «Quello dell’Aviatore è il più bel mestiere del mondo, perché vi divertite…e vi pagano, anche!». Il Direttore del CESMA, Gen. Isp. Capo (r) Pietro Finocchio, ha ricordato i suoi studi nel Corso Ingegneri dell’Accademia Aeronautica, Corso Borea III, spiegando che la celebre astronauta Samantha Cristoforetti è uscita invece dal Corso Borea V, auspicando che possa fare da spirito guida e da ispirazione per tutti i giovani presenti.


Nel primo intervento del convegno, il dott. Raffaele Sari Bozzolo, autore del libro “La notte del 17 maggio 1943, la controversa cronaca del bombardamento di Alghero”, ha ricordato i bombardamenti che la notte di San Pasquale di 79 anni fa distrussero la città di Alghero, da sempre fortemente legata all’Aeronautica. Il tutto nacque dall’operazione inglese “Mincemeat”, anche nota come “La beffa del Maggiore Martin”, alla quale sono stati dedicati 3 film, di cui l’ultimo (L'arma dell'inganno - Operation Mincemeat, regia di John Madden), è uscito proprio nel maggio 2022. Gli Alleati volevano convincere Hitler, affascinato dalla definizione della Sardegna come “portaerei del mediterraneo” coniata da Mussolini, che una volta caduto il fronte africano lo sbarco delle loro truppe sarebbe avvenuto in Sardegna, per distogliere l’attenzione dal previsto sbarco in Sicilia. Per far ciò, il fronte alleato pianificò un elaborato bluff degno di una partita a poker o di un film di spionaggio: vestirono con una divisa da aviatore inglese il cadavere di un uomo morto di polmonite (con i polmoni pieni d’acqua, dunque), mettendogli in tasca addirittura delle finte lettere d’amore di una fantomatica fidanzata londinese, per poi lanciare il corpo con un sommergibile di fronte alle coste della Spagna. Il fittizio “Maggiore Martin” aveva al polso una valigetta con documenti “top secret”, che vennero recuperate dalle autorità spagnole e consegnate quindi ai tedeschi. Il Fuhrer si convinse della veridicità di quei documenti, che suggerivano un attacco in sardegna a fine maggio, spostando in Sardegna una divisione di ex AfrikaKorps lasciando così sguarnita la Sicilia, dove gli Alleati stavano preparando il vero sbarco. Per far credere che l’azione in Sardegna fosse ormai imminente, le truppe inglesi diedero il via ad una serie di bombardamenti che sembravano preludere allo sbarco, colpendo le città dotate di aeroporti militari, di rade per navi militari o in generale di importanza strategica: Cagliari, Porto Torres, Olbia, Sassari, Alghero... Si può dire che le sorti della guerra nel Mediterraneo passano dal sacrificio degli algheresi. Il 14 maggio 1943 i P-38J Lightning americani, non potendo attaccare l’Aeroporto Militare per la presenza di Stukas in volo, ripiegarono uccidendo sei pescatori, civili inermi, per frustrazione. Il 17 maggio, in un’illuminatissima notte di luna piena che rendeva quasi inutili i bengala, alle 22:53, suonarono gli allarmi: ogni famiglia di Alghero ha una memoria di quanto accadde quel giorno intorno alle 11 di sera, in cui caddero bombe in pieno centro abitato, colpendo scuole (fortunatamente vuote) e chiese (che vuote purtroppo non erano). La città ha conservato per decenni tracce di quei bombardamenti. Alcuni morirono nei giorni successivi, soffocati dalla polvere se non sepolti dalle macerie. Il nonno di Sari Bozzolo sopravvisse all’attacco aereo, moltissimi altri civili non furono altrettanto fortunati. Le vittime di Alghero furono oggetto di propaganda, da una parte e dall’altra: Radio Londra spacciò il tutto come una missione per espugnare un importantissimo obiettivo militare, mentre il Regime fascista decise di minimizzare lo sfacelo, dichiarando meno della metà dei circa 160 innocenti caduti. Non esiste una lapide per dare un nome a tutti loro, solo un monumento commemorativo al cimitero cittadino. Sari Bozzolo ha ricordato i nomi di alcune delle vittime più giovani, di pochi mesi, due, sei, cinque, otto, dodici, tredici e ventitrè anni. Compreso il più piccolo, Pasquale Manca, a cui ha voluto dedicare il Convegno CESMA: 79 anni fa morì nella notte di San Pasquale, in quello che fu il suo primo e ultimo onomastico. Per il Direttore del CESMA Gen. Finocchio, i bombardamenti di Alghero furono per certi versi un crimine di guerra ante-litteram, che stiamo rivivendo con i bombardamenti civili in Ucraina.


Dopo il ricordo delle tragedie di ieri, c’è stato spazio per celebrare la Sardegna di oggi: molto importante per illustrare la realtà sarda attuale, l’intervento del Prof. Giacomo Cao, Presidente del DASS - Distretto AeroSpaziale della Sardegna, che ha introdotto l’argomento “Iniziative del distretto tecnologico aerospaziale idonee allo sviluppo della Regione Sardegna”. I Governi succedutisi negli ultimi 10 anni indipendentemente dal colore politico, ha spiegato, hanno individuato nella Regione Sardegna un potenziale volano di sviluppo per l’aerospazio italiano e internazionale, investendo oltre 150 milioni per il settore aerospaziale e contribuendo a renderla un’eccellenza in materia. Degni di nota in tal senso il Sardinia Radio Telescope di San Basilio (Cagliari), infrastrutture e piattaforme come gli Aeroporti di Decimomannu, Fenosu e Tortolì, il Campo Volo Aliquirra di Perdasdefogu ed il Poligono Sperimentale di Addestramento Interforze Salto di Quirra (PISQ). Nato nel 2013, il DASS ha ora una trentina di soci tra cui Leonardo ed Avio, azienda italiana che opera nel settore dei lanciatori e della propulsione applicata a sistemi di lancio, missili e satelliti, coinvolta nei programmi Ariane e Vega dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Grazie all’interessamento di Avio la Sardegna, e in particolare Capo San Lorenzo, è il terzo sito a livello europeo dove vengono testati motori a propellente solido e liquido, un punto di riferimento per tutto il settore aerospaziale. Investimenti importanti in tale ambito sono stati finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Sardegna e da società private come Airbus. Giacomo Cao ha anche ricordato il progetto BAT, sistema innovativo di rilevatori satellitari e navigazione aerea basato su un sistema inerziale, in grado di funzionare anche senza il segnale Gps e garantendo un’attività di volo più sicura e precisa. E il futuro è tutto da scrivere: il Distretto, insieme ad altre realtà italiane e all’ASI, porterà l’Italia su Marte nel 2029 con una missione tutta italiana.


Due relatori si sono quindi succeduti nel trattare il tema “International Flight Training School: eccellenza nazionale per le sfide all’addestramento dei piloti di quarta e quinta generazione, garanzia di sicurezza e sostenibilità”. Il Generale di Brigata Aerea Luigi Casali, Capo di Stato Maggiore del Comando delle Scuole AM/3^ Regione Aerea di Bari ha parlato dell’IFTS, innovativo progetto che interessa il territorio sardo, mostrandone le potenzialità con slide e video. Questa Scuola di Volo Internazionale è il frutto di una collaborazione che mette a sistema due eccellenze italiane: assicura una garanzia di qualità l’Aeronautica Militare, che orgogliosamente addestra e forma piloti da più di 70 anni, insieme a Leonardo Divisione Velivoli, con i suoi moderni sistemi di addestramento integrato come il T-346A. Una scuola di volo avanzata che risponde alla necessità di un cambiamento epocale nel modo di formare efficacemente i futuri piloti dei nuovi velivoli A.M. di ultima generazione come F-2000 e F-35. Attualmente l’IFTS è a Galatina in Puglia, che resterà un centro di eccellenza per l’addestramento basico con T-345, mentre la sua sezione di addestramento avanzato si trasferirà in Sardegna a Decimomannu, ampliando le proprie capacità nel 2022 per arrivare a regime nel 2023. Tra gli addestratori, piloti dell’Arma Azzurra affiancati da piloti dell’industria, formati dall’Aeronautica Militare. Moltissimi Paesi da tutto il mondo si stanno rivolgendo all’International Flight Training School per l’addestramento ai loro piloti, in un iter addestrativo modulare e “upgradabile” per venire incontro alle esigenze di tutti i partner e modificandolo adattandosi in funzione degli sviluppi della tecnologia. Con i suoi ampi spazi aerei sul mare, la Sardegna è la cornice ideale per un addestramento avanzato. È una realtà che si sta consolidando, anche con istruttori di diversi Paesi, interessati al nostro sistema di addestramento, tecnologicamente più avanzato, al quale le altre nazioni si stanno adeguando. Sullo stesso tema è intervenuto l’Ing. Giuseppe Recchia della Divisione Velivoli Leonardo S.p.A, che segue l’IFTS dal 2018, anno del suo concepimento. La strategia di Leonardo, ha spiegato, si basa su due elementi cardine: sicurezza e sostenibilità, riducendo gli impatti ambientali: l’azienda italiana sta seguendo una nuova “vision”, passando da integratore di Sistemi a fornitore di Servizi integrati di addestramento. Leonardo si candida ad essere un vero partner che decide di investire insieme alla forza armata, partecipando all’IFTS con la propria tecnologia e le proprie competenze. «Crediamo fortemente nelle potenzialità della Sardegna investendo sul territorio per la realizzazione del nuovo importante Campus presso la base di Decimomannu, avvalendoci prevalentemente di aziende sul territorio, con l’obiettivo ambizioso di realizzare un centro di addestramento che sia un punto di riferimento a livello internazionale», ha sottolineato l’Ing. Recchia, spiegando che quattro velivoli T-346 di Leonardo sono stati rischierati presso il 61° Stormo, mentre è stato reso operativo un primo gruppo di volo civile costituito da Istruttori Piloti ex-militari. Nel 2021 sono stati lanciati i primi corsi e recentemente i primi due piloti frequentatori dell’IFTS, tedeschi, hanno completato i corsi. È stata inoltre costituita una società in partnership con CAE, importante player internazionale primario, per l’erogazione dei servizi necessari ad operare nell’IFTS. Il complesso della Scuola prevede un’Area Training in un edificio dedicato al GBTS, un’Area Logistico Ricettiva con 56 miniappartamenti, mensa e servizi sportivi, un’Area Operativa con Hangar Manutentivo di oltre 8.000 mq e un’area di Flight Line per rendere operativi i velivoli. Il progetto avrà indubbiamente ricadute positive sia per la Regione Sardegna che per la Regione Puglia, non solo in ottica di valorizzazione del territorio.


Infine il Gen. B.A. Davide Marzinotto, Comandante del CAMRAS (Comando Aeronautica Militare per la Regione Autonoma Sardegna) di Cagliari e del PISQ di Perdasdefogu (Nuoro), ha presentato “L’Aeronautica Militare in Sardegna”. L’isola ha una lunga tradizione aeronautica, con una presenza costante della Forza Armata, con circa 1.600 uomini tra i due aeroporti principali di Decimomannu e Alghero, postazioni radar e sensori sofisticati per misurare l’attività di sperimentazione e di addestramento avanzato. Circa 1600 uomini in AM. In Sardegna è anche estremamente radicata la tradizione tecnologica rivolta verso l’aerospazio. Grazie al padre dell’astronautica italiana Luigi Broglio, Generale Ispettore del corpo del genio aeronautico, l’Italia fu la terza nazione al mondo ad effettuare un lancio satellitare, nel Progetto ITA-USA San Marco che portò in orbita il primo satellite italiano, il 15 dicembre 1964. E prima del lancio dalla base di Wallops Island negli Stati Uniti, con il razzo vettore Scout, i primi razzi spaziali italiani del progetto vennero sviluppati in Sardegna, nel Poligono di Perdasdefogu. La visione progettuale dell’Aeronautica Militare in Sardegna, ha concluso il Gen. Marzinotto, è quella di ammodernare ed integrare la capacità aeronautica nell’isola, sviluppando e consolidando tre pilastri: Addestramento, Sperimentazione e Aerospazio.


Al termine del convegno il Presidente Nazionale A.A.A., Gen. S.A. (c) Giulio Mainini, ha donato i Crest dell’Associazione Arma Aeronautica - Aviatori d’Italia ai conferenzieri, alla presenza del Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, l’onorevole Michele Pais, il quale ha lodato l’entusiasmo e la forza del Generale Giulio Mainini. Il Segretario Generale dell’A.A.A. - Aviatori d’Italia, Gen. Div. (r) Rinaldo Sestili, ha quindi ringraziato, nominandoli uno ad uno, i ragazzi che hanno realizzato il manifesto del XXI Raduno Nazionale: gli studenti della 5^ Classe, indirizzo Grafica-Design, del liceo Artistico “Francesco Costantino”, che hanno lavorato sotto la guida del Prof. Efisio Niolu, tutti premiati dal Presidente Nazionale. Tra investimenti nell’aerospazio e giovani promettenti, il futuro della Sardegna appare chiaramente destinato ad un significativo progresso.




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