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Uno spazio affollato e il parere di chi lo “vive”: la nuova conferenza CESMA

Il 22 marzo presso la Casa dell’Aviatore a Roma si è svolto il nuovo evento del CESMA, il Centro Studi Militari Aeronautici dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia, con il seminario “Lo Spazio che si affolla - Space Situation Awareness e Space Surveillance and Tracking (SSA/SST): Ruolo dell’Aeronautica Militare nei programmi di sorveglianza spaziale nazionale ed internazionale”. Si potrebbe dire che il tema dell’incontro, introdotto dal Direttore del CeSMA Gen. Isp. Capo (c) Pietro Finocchio, è quanto mai attuale, ma la verità è che non è mai “passato di moda”. Lo spazio, e l’orbita terrestre in particolare, è infatti ormai da diversi anni un ambiente particolarmente affollato, come spiegato sin dal primo intervento del Gen. Isp. Capo (r) Lucio Bianchi sul tema della sicurezza spaziale: il dominio aerospaziale è conteso da potenze come Cina, Stati Uniti e Russia, e il redditizio mercato dei satelliti è un’opportunità per proseguire conflitti squisitamente “terrestri” a livello economico come di electronic warfare. Da un lato, la maggior presenza “commerciale” e il sempre più frequente utilizzo di lanciatori e satelliti di piccole dimensioni, potenzialmente meno affidabili, potrebbe potenzialmente comportare un aumento dei rischi alla stabilità del delicato equilibrio che si è venuto a creare, per quanto sicuramente le “costellazioni” formate da tanti piccoli satelliti siano anche più resilienti e meno vulnerabili agli attacchi, potendo contare sul loro ingente numero per far fronte ad eventuali perdite e riuscire comunque a portare a termine la missione. Rischi ed opportunità da soppesare, quindi, mentre all’orizzonte fanno capolino nuovi possibili scenari economici, come la conquista degli strategici spazi cislunari, le orbite tra la Terra e la Luna.


Il Col. Marco Galgani, Vice Capo dell’Ufficio Generale per lo Spazio dello Stato Maggiore Aeronautica, ha illustrato il ruolo istituzionale dell’Aeronautica Militare nel tema della sorveglianza spaziale, con relative responsabilità e competenze: «Lo Spazio, che dal 2019 è il 5° Dominio Operativo per la NATO, è da sempre naturalmente nel nostro DNA come Aeronautica», ha spiegato, elencando le principali minacce di cui essere “consapevoli” secondo la SSA: in particolare, gli “space debris”, i detriti o satelliti disattivati, ma anche frammenti, pezzi di motore o gli ultimi stadi dei razzi che vagano nei pressi dell’orbita terrestre, che vanno attentamente monitorati per evitare potenziali collisioni con i satelliti attivi o anche semplicemente tra di loro, generando nuovi frammenti. La Space Situation Awareness consiste anche nel prevedere fenomeni come lo Space Weather, come ad esempio le tempeste di vento solare, che può essere contrastato chiudendo tempestivamente i pannelli solari di astronavi e satelliti per limitare i danni, o come i Near-Earth Objects, oggetti, principalmente “naturali” come meteoriti e asteroidi, che potrebbero entrare nell’atmosfera impattando il pianeta. L’esistenza di eventi naturali o casuali come questi rende difficile discernere i casi in cui la disattivazione o disabilitazione di un satellite è invece frutto di un’azione dolosa e premeditata, come un attacco cyber. L’Aeronautica Militare italiana è attualmente responsabile a livello europeo dei servizi di controllo o prevenzione della “fragmentation” (l’ulteriore frammentazione dei detriti spaziali in componenti ancora più piccole e difficilmente rintracciabili) e del “re-entry”(il rientro di satelliti, astronavi o frammenti nell’orbita terrestre): presso il COA – Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico dell’A.M., che ha assunto l’attuale denominazione il 1° maggio 2020, abilitando nuove capacità e competenze anche nell’ambito del dominio spaziale, è stato costituito un Centro SSA che si occupa di SST ricercando e analizzando gli oggetti nell’aerospazio, elaborando e integrando dati e informazioni, i quali vengono poi forniti all’Unione Europea, alla Protezione Civile, all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), al Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) ed al suo Joint Operations Center(JOC), oltre al Comando interforze delle Operazioni Spaziali (COS). Qualche mese fa il Centro SSA/SST del COA dell’Arma Azzurra ha monitorato il rientro incontrollato in caduta libera del razzo vettore cinese che aveva portato nello spazio il modulo “Tianhe” il 29 aprile 2021, calcolandone l’orbita e stimandone in maniera abbastanza precisa il possibile luogo di impatto: il razzo è poi caduto nell’Oceano Indiano, senza far vittime, e il Colonnello Galgani ritiene che in futuro sarà possibile intercettare l’oggetto prima dell’eventuale impatto, qualora si verificassero casi simili.


È importante saper controllare e gestire lo spazio in quanto tale, che diventa sempre più strategico e pericoloso, pertanto va usato responsabilmente: questo il pensiero dell’ing. Filippo Gemma, senior advisor di GMSpazio Srl, azienda che dal 2005 si occupa di aerospazio, difesa e sicurezza nazionale interna. Poiché le immagini dicono più di mille parole, l’ingegner Gemma ha mostrato alla platea una video-simulazione con il progressivo aumento degli oggetti in orbita attorno alla Terra, dal primo satellite Sputnik-1 del 1957 fino ad oggi. La visione, inquietante e suggestiva, ha mostrato un vero e proprio sciame di innumerevoli satelliti attivi e inattivi, come anche frammenti di varie dimensioni, brulicante sopra il nostro pianeta, ciascuno con una propria orbita da monitorare attentamente da Terra: ciascuno di questi oggetti viaggia a velocità tali che anche il più piccolo frammento potrebbe rappresentare un pericolo mortale, o perlomeno causare gravi danni. Dalla maggior parte dei satelliti in attività, inoltre, dipendono alcune delle cose su cui gli umani - benestanti e non – fa più affidamento: TV, internet, telefonia, GPS. Il concetto della gestione e controllo dello spazio introdotto dall’ingegnere si può riassumere in un termine, Space Domain Awareness (SDA).


Animatore della conferenza è stato il dott. Daniele Del Cavallo di Serco Italia - filiale italiana del Serco Group, che ha come clienti ESA, ASI e Commissione Europea – nonché membro del Comitato Tecnico-Scientifico del CESMA. Azienda britannica, Serco Group collabora con la stazione radar della base di Fylingdales dell’aeronautica britannica RAF (Royal Air Force) e del suo Ballistic Missile Early Warning System, in cooperazione con gli USA dai tempi della Guerra Fredda per la difesa dal lancio di missili balistici: motto della base è, in maniera piuttosto appropriata, il latino “Vigilamus”. Serco Group, inoltre, monitora i lanci e i re-entry, che siano “voluti” e organizzati o meno. Avere la capacità di prevedere ciò che accade nello spazio, ha spiegato Del Cavallo, è importante a livello geopolitico.


Il CESMA ha voluto anche offrire agli ospiti del convegno il punto di vista di chi lo Spazio lo conosce e lo vive: il Col. Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, in collegamento Skype in diretta dal quartier generale della Axiom Space a Houston, dove il Colonnello si sta formando come astronauta professionista per il Johnson Space Center (JSC) della NASA. Come già accennato dal Col. Galgani, anche il Col. Villadei ha confermato che l’AM dal 2014 ha aderito all’iniziativa dell’UE per una strategia condivisa nel campo del SST, che ha portato alla costituzione di un consorzio tra i vertici delle agenzie spaziali italiane, francesi, tedesche, spagnole e britanniche, di cui attualmente è presidente l’Italia con l’ASI. Lo spazio, ha spiegato Villadei, è sempre più aperto a molteplici attori, anche privati e non statuali, con relativo eccessivo affollamento e con i rischi per la sicurezza che ne conseguono: è necessaria, quindi, una maggiore regolamentazione sul tema. Del resto, nello spazio non mandiamo solo oggetti, ma anche persone, e presto sempre più anche solo per fini turistici: quindi, sarà fondamentale regolamentare l’accesso allo spazio. Il tempo ci dirà poi se gli investimenti dei privati - come SpaceX o la stessa Axiom - nel settore spaziale porteranno tale mercato a decollare, se dopo l’era della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) inizierà quella delle stazioni orbitali e commerciali private, o se resterà tutto in una fase embrionale.


«Ho personalmente contribuito all’inquinamento dello spazio, che ora come ESA stiamo anche ripulendo», scherza il Dr. Pascal Gilles dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), advisor del direttore per la Sicurezza, che ha trattato l’argomento della SSA/SST nel mondo civile. Di “space debris”, per il dottor Gilles, ce ne saranno sempre di più, il problema andrà inevitabilmente ad incrementare: oltretutto, la maggior parte di quelli che sono considerati potenziali NEO (i sopracitati Near-Earth Objects) sono attualmente sconosciuti, o non ancora individuati. L’individuazione tempestiva di questi oggetti “impattanti”, nell’ordine di settimane o mesi prima della potenziale collisione, può essere utile sia per evacuare la popolazione di aree potenzialmente a rischio di impatto o anche di deviare per tempo la traiettoria dei NEO: in parole povere, prima vengono individuati, meglio è. Per questo l’analisi delle potenziali minacce, “allo” e “dallo” spazio, interne ed esterne, è costante e imprescindibile. Attualmente proprio in Italia, a Frascati, ha sede uno dei sei centri dell’ESA responsabile per il telerilevamento, l’ESRIN – European Space Research Istitute (Centro Europeo per l’Osservazione della Terra). Alla conclusione dell’iniziativa, il direttore Pietro Finocchio ha elencato i temi dei prossimi eventi CESMA, dalla sicurezza informatica all’intelligenza artificiale, dalla traslazione della Santa Casa della Virgo Lauretana tra leggenda e Storia fino all’Air Power e allo Space Power: il Centro Studi dell’A.A.A. a quanto pare ha tutte le intenzioni di recuperare rapidamente il tempo perduto nei due anni di inattività a causa dell’emergenza pandemia.


Alcune immagini pubblicate sono state realizzate da Santo Cucè




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